Era la mattina dell’11 maggio 2010 quando a Sussisa, una frazione collinare del Comune di Sori, il cacciatore Renzo Castagnola assassinava Elvio Fichera e Paola Quartini, due guardie zoofile che si erano recate presso la sua abitazione per notificargli un atto riguardante il cattivo trattamento che egli riservava ai suoi cani.
Castagnola, oltre al fucile con cui si divertiva ad ammazzare gli animali, aveva in casa anche un pistola, e proprio con quella egli colpiva a morte i due agenti volontari. Il fatto che dopo aver ucciso i due incaricati egli si sia tolto la vita non desta la minima pietà, vista che la sua indole violenta, evidentemente formatasi in tanti anni di sparatorie contro animali, è stata rivolta prima di tutto contro due persone indifese (che non erano armate) che facevano solo – e a titolo volontario – il proprio dovere, su preciso mandato della magistratura.
Elvio Fichera e Paola Quartini erano da tempo impegnati per la tutela degli animali, il primo quale dirigente della associazione “4 A” , che negli anni precedenti alla sua tragica scomparsa aveva anche avuto dal Comune di Genova la gestione del canile municipale (a quel tempo ancora in via Adamoli); Paola, abitante a Camogli, aveva militato in diverse associazioni, tra le quali anche l’ENPA e gli “Amici del cane” e svolgeva il servizio durante il quale è stata uccisa su mandato della LIPU.
Il commosso ricordo nei confronti di queste due belle persone, che 12 anni fa hanno perso la vita per il loro impegno animalista, si somma alla rabbia rispetto alla facilità con la quale persone squilibrate vengono autorizzate a detenere armi che possono essere usate contro gli animali e poi rivolte contro essere umani. Un motivo in più per detestare quelli che sparano per divertimento contro le creature inermi e quelli che li difendono per interesse economico o politico.